La canzone è nata fondamentalmente dall'esigenza di fare i conti con il proprio passato e il proprio vissuto. Spesso tendiamo ad usare una sorta di filtro per ricordare i momenti trascorsi, lasciamo cadere nella sfera dolce dei ricordi tutto ciò che di bello è stato, dimenticando talvolta l'altra faccia della medaglia. Questa canzone è un inno a quello che abbiamo dimenticato, a quello che abbiamo voluto cancellare. Una dedica paranoica ai fantasmi del passato.
Quella a cui forse sono più legato è Ludovica, una canzone nata per caso, che è diventata negli anni quella per cui molti mi conoscono.
Se dovessi usare tre aggettivi direi: pigro, introverso, dinamico
Essere costantemente stimolati secondo me è una necessità primaria per qualunque persona, che scriva canzoni o meno. Riuscire a suggestionarsi, a farsi avvolgere dalle sensazioni e a farsi travolgere da ciò che la vita ti regala è un aspetto fondamentale per conoscersi, sentirsi vivo e provare a comprendere il mondo che ci circonda. Bisognerebbe allenarsi sempre a farlo.
Spero di vedermi sereno, felice delle scelte fatte, qualunque esse siano e sempre con la voglia di stupirmi.
Ce ne sarebbero tante. Al momento penso a Telling stories di Tracy Chapman, In the aereoplane over the sea dei Neutral Milk Hotel, Between the bars di Elliott Smith e New slang dei The shins.
Al momento sto registrando le nuove canzoni, suonerò un po’ in giro tra Milano e la Sicilia e spero di iniziare a progettare il nuovo disco.